domenica 27 novembre 2016

National Winter Rally 2016 Genova


Genova, la Fiera del Mare
 
Il Como Chapter sarà presente quest'anno al National Winter Rally che avrà il suo svolgimento alla Fiera di Genova il 26 Novembre, tra aperitivi, concerti, dj set e cena con specialità liguri. Dagli anni 80' la tradizione Harley-Davidson e quella dell'HOG (Harley Owners Group) in particolare, prevede ogni anno in calendario un grande momento celebrativo che sancisce la chiusuara dell'annata di raduni ed eventi. Un appuntamento ai più conosciuto come HOG inverno, che si svolge a fine anno precedendo di solito l'arrivo delle prime nevicate.

 
sosta durante il viaggio di avvicinamento
 

sosta pranzo presso il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo
 
Il progetto National Winter Rally nasce dal concetto "siamo motociclisti, andiamo in moto". Si tratta anche di un piacevole ritorno alle origini di questo evento HOG invernale. Infatti questo appuntamento ha un suo antenato in Italia, che risale agli anni ottanta, all'epoca in cui Carlo Talamo raggruppava tutti gli appassionati di Harley, in quello che al tempo si chiamava "Pallequadre" evento nato nel 1986, da dove si partiva il venerdì sera per una destinazione sconosciuta, svelata soltamto pochi minuti prima della partenza, e i più temerari percorrevano l'ultimo chilometro rigorosamente a torso nudo. Certo i tempi oggi sono cambiati ma è evidente che lo spirito del National Winter Rally voglia ricordare questi momenti.
 
la patch 
 
 La Orny, Dario, Christian il Cuggy, Dany la Cuggy, Loredana, Lisa, Bruno
Carmen, Maurizio, Giovanni, Alessandro, Brugio, Zarina, Ivan, Toto
 
 

Il borgo di Boccadasse, con le sue case dalle tinte pastello, addossate le une alle altre e strette attorno ad una piccola baia, anche se ormai circondato dal contesto cittadino, si è conservato pressoché immutato nel tempo, come lo si sarebbe potuto vedere uno o due secoli fa, circostanza che ne ha fatto una delle più note attrattive turistiche genovesi.
 
il Gianca, Dario, Zarina e Stefano "Director" Brugiotti
 

 
Viaggio di avvicinamento ad HOG Inverno 2016
 



Con Sara Goria, autrice del libro Diario di una 883
 


Articolo pubblicato su Il Secolo XIX
 

 
pubblicati sul web
 
 


Ringraziamenti del Genova Chapter
 
 
 


domenica 20 novembre 2016

Como Chapter "Operazione Amicizia"


Il Como Chapter è particolarmente lieto di rispondere con la sua partecipazione all’invito della Pro Cantù per la visita con destinazione :
 
 “OPERAZIONE AMICIZIA”
mostra celebrativa 40° anniversario del terremoto del Friuli
ex Chiesa della Trasfigurazione – Piazza Marconi – Cantù (CO)
dal 23 ottobre al 16 novembre 2016

Il 6 maggio 1976 una forte scossa di terremoto devastò l’intera Regione del Friuli.
La tragedia impressionò tutti, ma in maniera particolare l’allora “storico” direttore del quotidiano La Provincia di Como, Gianni De Simoni. Fin da subito nel suo editoriale quotidiano “Fogli d’appunti” diede avvio ad una sottoscrizione di raccolta fondi “un mattone per il Friuli” che raggiunse una considerevole somma. Chiese la collaborazione all’amico arch. Alberto Sala che, insieme ad altri professionisti, eseguirono sopralluoghi per individuare quale fosse il paese più bisognoso e devastato dal sisma e per la progettazione di case in muratura antisismiche. Alla costruzione del Villaggio Lario parteciparono più imprese edili canturine, ciascuna mandando propri lavoratori ad operare sul posto: dopo solo sei mesi dall’inizio dei lavori il villaggio, composto da 30 villette bifamiliari, fu terminato. Man mano che il cantiere progrediva ci si rese conto che le case sarebbero state vuote mancando l’arredo. La Pro Cantù si fece promotrice di un’operazione di solidarietà “Cantù – Resia, operazione amicizia” a cui risposero tante aziende canturine.

 
La mostra di fotografie e documenti ricostruirà questo particolare momento di solidarietà e operosità canturina di cui la Città deve andar fiera. Curatore della mostra è l’arch. Paolo Sala, figlio dell’allora Presidente della Pro Cantù, arch. Alberto Sala, che a distanza di anni ha custodito la memoria storica dell’evento e del ruolo fondamentale del padre. La mostra è patrocinata da: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Regione Lombardia, Provincia di Udine, Comune di Resia e Ordine degli Architetti della Provincia di Como.



Nato nel 1994 come Dei Laghi Chapter e poi rinominatosi con il nome odierno, il Como Chapter da più di 20 anni solca le strade italiane ed europee a cavallo delle sue rombanti Harley Davidson. Ad oggi, sotto l’egida della nuova Concessionaria H-D Breva e Tivan e con alla guida del Chapter l’attuale Director Stefano Brugiotti, che insieme ai tanti Officers coordinano l’entusiasmo e la fame di chilometri degli oltre 50 soci bikers tra cui tante splendide donne, le nostre Ladies of Harley. E’ un bel gruppo che sempre in sella con ogni condizione atmosferica ed in ogni periodo dell’anno, sui passi di montagna come sulle strade costiere più panoramiche, propone di anno in anno il suo nutrito programma di eventi e nuovi luoghi da esplorare, sempre con l’obiettivo di stare in compagnia senza dimenticare chi è meno fortunato.

Con questa partecipazione, una delle ultime prima del conclusivo National Winter Rally - HOG Inverno che si terrà a Genova dal 25 al 27 novembre, il Como Chapter chiude un altro anno di partecipazioni a Run e Manifestazioni a sfondo benefico e culturale e vi da appuntamento per una prossima stagione ricca di impegni e chilometri in compagnia.

L’ Harley Owners Group (HOG) è il club ufficiale di motociclisti Harley-Davidson. Si tratta della più grande associazione di moto monomarca al mondo. Fondata, il 27 gennaio 1983, lo scopo della HOG è quello di offrire benefici e servizi agli appassionati di Harley-Davidson nel mondo e sviluppare una stretta relazione tra i motociclisti Harley, i concessionari e la società Harley-Davidson Motor Company.




 
articoli tratti dal quotidiano La Provincia di Como
 

 
 

domenica 25 settembre 2016

IV Run della Cittadella - Alessandria

 

 
Quasi trecento le Harley presenti alla domenica. Si parte alla volta delle colline ovadesi con tappa alla cantina Tre Castelli a Montalto Bormida

la patch del IV Run della Cittadella


Pranzo presso il birrificio Piemonte di Cavatore, con premiazione dei chapter presenti


sabato 10 settembre 2016

martedì 29 marzo 2016

Flash Mob Run 2016 - Balocco (VC)

La mia prima vera uscita ufficiale HOG con il fantastico gruppo del Como Chapter  

La destinazione fino all’ultimo “segretissima” del Flash Mob Run 2016 è finalmente svelata, tutto pronto per questa nuova avventura ufficiale che prevede il raduno di addirittura ventidue Chapter HOG del Nord Italia. Destinazione? Balocco (VC), presso la pista sperimentale FCA (Fiat Chrysler Automobiles).


Doveroso un breve cenno storico su questo impianto. La nascita del complesso di Balocco si inquadra in un'epoca di grande espansione per uno dei più grandi Marchi storici italiani, l'Alfa Romeo, dove i vertici della casa automobilistica ritennero opportuna la realizzazione di un tracciato destinato al collaudo delle proprie vetture in autonomia e riservatezza. Fu così che, nel 1961 ebbero inizio i lavori di costruzione di questo impianto motoristico. E già la data mi piace….anch’io sono stato progettato e costruito nel ’61 !
Quando in seguito il Gruppo Fiat acquistò l'Alfa Romeo, il circuito entrò in possesso della casa torinese, che iniziò ad utilizzarlo anche per attività relative agli altri marchi di sua proprietà. Sotto la nuova gestione l'impianto ha subito alcuni importanti cambiamenti, che lo hanno dotato di diversi nuovi tracciati, con caratteristiche e finalità diverse. L'impianto di Balocco è ancora oggi uno dei principali centri di collaudo per i veicoli del Gruppo Fiat e per le omologazioni TUV di veicoli e motocicli anche di altre marche. La pista prove di Fiat di Balocco, che al suo interno contiene anche una vera e propria pista di F1, è battuta ogni anno da oltre 20.000 veicoli che percorrono una media che si avvicina ai 9.000.000 di chilometri. 

il circuito FCA dall'alto

Programma : Ritrovo ore 8.00 alla Club House del Como Chapter presso il Gioya di Como (Camerlata), Bottone (partenza prevista) alle ore 8.30 con le solite raccomandazioni di sempre, pieno di benzina, Telepass e tuta antipioggia.

patch

A dispetto delle previsioni che ci facevano sperare in una bella e primaverile giornata, fin dalle primissime ore del mattino il tempo dice altro e la partenza è benedetta da una leggera pioggerella inglese con temperatura pungente. Insieme al nostro gruppo del Como Chapter abbiamo due ospiti del Riccione Chapter ed una coppia di amici harleysti del Ticino Chapter.

on the road

Il viaggio in gruppo è sempre un'esperienza emozionante, lo squadrone unito e compatto si muove agilmente, un occhio allo specchietto retrovisore ed uno ai Road Captain e Safety sempre pronti ad agevolare ogni manovra ed a tener serrati "i ranghi", si effettua una sola sosta per il rifornimento degli Sportster ed in circa un'ora raggiungiamo l'uscita di Balocco, dove ad attenderci troviamo già una prima pattuglia della Polstrada. 
 
 




Dopo una breve attesa in località Bastia, sotto il controllo di elicotteri e droni che filmano l'arrivo dei vari chapter, ci muoviamo alla volta del vero e proprio Centro Sperimentale FCA, dove all'ingresso troviamo ad attenderci altre pattuglie Polstrada e Security FCA. Sbrigate alcune formalità organizzative, riceviamo autorizzazione all'accesso, ed al primo impatto, la location del Centro  appare molto bella, organizzata, ben curata e sotto stretto controllo da parte del numeroso personale FCA posizionato in ogni punto strategico. Una Safety Car ufficiale, ci scorta all’ingresso dell'autodromo e siamo il primissimo gruppo insieme al Legnano Chapter (circa 150 moto), a potersi lanciare all’interno della pista principale a quattro corsie dove subito balza all'occhio il segnale di limite velocità puntato a 240 Km/h. Tra rettilinei, curve e parabolica, è uno spettacolo sentire il rombo di 150 Harley aprire il gas tutte insieme, all'unisono, quasi a percepire l'emozione delle gare su pista. Al termine del giro, veniamo scortati sul grande piazzale rotondo, destinato al parcheggio delle oltre 900 Harley Davidson, il colpo d'occhio è veramente emozionante !


Arriviamo dopo una brevissima camminata all'area coperta destinata al "rinfresco" (e che rinfresco.....), perfettamente organizzato in un ambiente elegante, servito da personale decisamente professionale. La presenza di un DJ scandisce l'arrivo dei vari Chapter , dove agevolmente e senza nessuna fila, oltre un migliaio di persone mangiano, bevono, ballano e si divertono. La giornata trascorre piacevolmente tra amici bikers provenienti da tutto il nord Italia, Como, Varese, Monza, MilanoBrescia, Bergamo, Alba, Chianti, BolognaParmaEmilia, Savona, Portofino, Riccione, Genova, ecc. anche il sole ad un certo punto strizza l'occhio favorendo il momento rituale delle foto di gruppo. La lunga giornata ormai volge al termine e si arriva al momento dei riconoscimenti, delle premiazioni e dei ringraziamenti per la partecipazione di ogni singolo Chapter. Si conclude seguendo la medesima procedura, ed ogni singolo gruppo viene accompagnato dall'immancabile Safety Car all’uscita.

Como Chapter

Un grandissimo ringraziamento, da parte di tutti, va esteso al nostro grandissimo Como Chapter Director Stefano "Brugio" Brugiotti, per tutto il massacrante e complesso lavoro organizzativo dell'evento !!! 

Insomma, come dice il buon Vasco.....
...quel che conta è che sia stata, una splendida giornata...
 




 






 

giovedì 28 gennaio 2016

La mia prima Harley Davidson SST 125

Che bellissimo ricordo il giorno in cui uscii dalla concessionaria di moto Sironi di Cantù, (dopo aver staccato un assegno pesantissimo di Lire 1.200.000) in sella a quello che per me era un sogno diventato realtà, la mia prima, nuovissima, rossissima e fiammante 125, ma soprattutto Harley Davidson, un nome che già da tempo girava nella mia testa, anche se in voga ai miei tempi erano soprattutto le Vespa Piaggio ET3, le KTM, SWM e con discreto successo anche la Gilera TG1. Ecco la breve avventura di questa motocicletta in un periodo molto particolare per le sorti della marca di Milwaukee recuperata in rete e che con piacere condivido.

Nel 1960 l'americana  Harley Davidson e l'italiana  Aermacchi (già Aeronautica Macchi) di Varese formano la società  AERMACCHI-HARLEY DAVIDSON per la produzione di motoveicoli leggeri in Italia. Dal 1973 il marchio diventa AMF-HD, ossia al subentro della American Machine Foundry al posto di Aermacchi. La produzione motociclistica si arresta nel 1978, quando Harley Davidson decide di abbandonare la produzione italiana. Nello stesso anno la Cagiva, nata come fabbrica di minuteria metallica fondata da Giovanni Castiglioni, rileva l'azienda per continuare in proprio la produzione motociclistica. Qui di seguito una breve storia del suo primo cavallo di battaglia, la SST 125.
 

Con la sigla  6F SS 125 si indica una serie di motociclette fabbricate dal 1975 al 1984, prodotte inizialmente sotto il marchio AMF-Harley Davidson e proseguite sotto il marchio Cagiva. La sigla 6F si trova stampata sul telaio in corrispondenza del cannotto di sterzo e costituisce i primi due caratteri del numero di matricola. In pratica la sigla 6F identifica esclusivamente i modelli SS 125 (ed i successivi SST 125). La matricola originaria ha il seguente formato: 6F-6xxxx Hx, dove 6F indica il modello; 6xxxx è la numerazione di partenza per cui 6 è un numero fisso e le successive quattro cifre indicano il progressivo dei modelli prodotti nell'anno in corso; H sta per il decennio di produzione (H=197x) mentre l'ultima cifra sta per l'anno di produzione. In pratica H5=1975, H6=1976 e così via. La matricola dei modelli prodotti per il mercato degli Stati Uniti ha il seguente formato: 6F-1xxxx Hx. Questo sistema di numerazione matricole è stato usato dal 1975 al 1977.  
 Di seguito una piccola tabella indicativa:
 6F = SS 125 e SST 125
 9E = SS 250
 7T = SST 250
 6A = SS 350 (4 tempi)
 8F = SST 350 (2 tempi)

(Harley Davidson Amf SS 125)
 
LE ORIGINI (1975-1977)
La prima SS 125 prodotta aveva la matricola 6F-60001 H5. Queste moto avevano freni a tamburo su tutte e due le ruote e le stesse erano esclusivamente a raggi. La strumentazione era costituita dal solo contachilometri mentre accanto ad esso vi era il quadro di accensione a chiave. Montava un motore di tipo SX del 1971, già utilizzato dai precedenti Aermacchi, raffreddato ad aria. Questo motore è stato montato sui modelli SS - SST - SXT fino al 1984 sia pur con modeste modifiche di miglioramento. Altre caratteristiche: frecce a bacchetta, tappo serbatoio a vite, carburatore VHB 27, due sole spie: frecce e abbagliante. Le adesive sul serbatoio recavano la scritta AMF Harley Davidson e le tipiche strisce erano fra loro contrapposte.
LA PRIMA EVOLUZIONE (1978)
Nel 1978 vengono introdotti significativi cambiamenti negli equipaggiamenti ed il nome del modello diventa SST 125 per differenziarlo dal precedente. Primo fra tutti l'introduzione del freno a disco sulla ruota anteriore, al posto del tamburo. Il sistema di alimentazione viene accessoriato con una nuova scatola filtro. Il quadro strumenti viene ammodernato con l'introduzione del contagiri elettronico (prima assente) e con lo spostamento della chiave di accensione in mezzo al quadro. Le spie vengono portate da due a tre: batteria (GEN), frecce (TURN), abbagliante (HIGH BEAM). Le strisce sul serbatoio passano da 6 a 5 ed assumono la nota configurazione adottata fino al 1983.

Harley Davidson Amf SST 125
 
la tipologia del serbatoio e la sua decorazione
 
L'EPOPEA CAGIVA (1979)
Lo stabilimento di Schiranna (VA) venne rilevato dalla Cagiva che continuò a produrre gli stessi modelli HD. La capacità della Cagiva fu quello di rilanciare l'azienda attraverso un'operazione di marketing senza precedenti. In particolare l'SST 125 divenne la moto più venduta in Italia, stabilendo un record tutt'ora imbattuto (Piaggio a parte). Erano i tempi in cui Cagiva e Vespa divennero rispettivamente "moto" e "scooter" per antonomasia. Inizialmente sul serbatoio dei motocicli venne apposta la scritta HD-Cagiva che dopo breve tempo divenne solo Cagiva.   Il sistema di numerazione della matricola assume il formato 6F-xxxxx, dove 6F indica il modello e xxxxx indica il numero delle unità prodotte, indipendentemente dall'anno in corso. La prima matricola è 6F-80001.

 
LA SECONDA EVOLUZIONE (1980-1983)
Nel 1980 la Cagiva presentò la gamma dei modelli con il nuovo fregio dell'elefantino italiano anzichè l'aquila americana. Il modello SST subì alcuni miglioramenti soprattutto estetici: paracatena dritto, carburatore VHBT 27 AD, rimozione blocchetto comandi sul manubrio destro (engine stop) e sostituzione blocchetto comandi sul manubrio sinistro, tappo serbatoio a scatto, logo Cagiva sul carter sinistro, frecce con stelo in gomma dura, pedivella dritta. Ci fu la possibilità di scegliere due varianti: RR classica con ruote in raggi oppure RL con ruote in lega stampata, di moda in quegli anni. I colori disponibili erano quattro: blu metallizzato, nero, bianco, grigio. Successivamente fu reintrodotto il rosso in serie limitata. Il numero di matricola iniziale del modello 125/81 è 6F-91524, mentre il numero di matricola iniziale del modello SST/82 è 6F-104024.
 Nel 1982 il modello SST 125 fu oggetto di un'ulteriore innovazione: a partire dal telaio 6F-108816 venne installata l'accensione elettronica. Fino ad allora l'impianto elettrico, a differenza delle 250 e 350, era alimentato da un volano alternatore meccanico a puntine marca Dansi; il nuovo volano elettronico era un "Mini 6 Hierro" della spagnola Motoplat.
LA TERZA EVOLUZIONE (1983-1984)
Dopo il grande successo ottenuto dal suo cavallo di battaglia la Cagiva decide di presentare una nuova gamma di modelli con il nome di ALETTA (ALA per le cilindrate maggiori), nome già usato in precedenza per i modelli Aermacchi. Il nuovo restyling segnava l'abbandono dello stile Harley Davidson a favore di quella categoria di motociclette denominate Enduro che stava conquistando il nuovo favore del pubblico. Iniziavano così i tempi della mitica Aletta Rossa altro oggetto di grande successo della Casa.
In questa fase l'SST mantenne sostanzialmente le sue caratteristiche di moto stradale, praticamente sempre con il vecchio motore HD. Il modello venne denominato Cagiva Aletta SST 125 il cui numero di matricola iniziale era 6F-121025 e presentava diversi ammodernamenti fra i quali: il cupolino, un nuovo quadro strumenti con l'aggiunta di diverse spie (olio, folle, riserva benzina), modifica del fanale posteriore e del suo supporto. Le inconfondibili strisce vennero abbandonate e sostituite con un disegno che ne ricordava la forma. La scritta "Cagiva" sul serbatoio era in rilievo. Per installare la spia del folle fu necessaria una piccola modifica al motore: all'interno del carter sinistro è stato messo un interruttore che toccava la camma del cambio. L'Aletta SST veniva prodotta esclusivamente con le ruote in lega, argentate o dorate. L'Aletta SST 125 fu affiancata da una stravagante versione: l'SST 125 C un custom meglio conosciuto come Cagiva Low Rider. Il modello aveva ruote a raggi di serie, sella sdoppiata, manubrio a corna di bue e parafanghi cromati. Il telaio ed il motore erano identici a quelli della sua consorella.
LA FINE DELL'SST (1984)
La Cagiva, a partire dalla gamma Aletta e Ala aveva capito in quale direzione si stava muovendo il mercato, sia andando incontro alle esigenze del pubblico sia reggendo l'agguerrita concorrenza delle Case italiane ed estere. Il pubblico, soprattutto quello giovanile, si stava orientando sul più versatile enduro e su modelli con motori sempre più moderni. I motori HD erano ormai obsoleti. Negli ultimi mesi di produzione la Cagiva fece un restyling della SST non del tutto convincente: l'Aletta SST 125 fu ribattezzata ALETTA OFFICIAL, non cambiò nulla, eccetto la carrozzeria bicolore e la sella colorata, di solito verde oliva o nocciola. Le adesive scomparvero e ne fu lasciata solo una sui cofanetti destro e sinistro a ricordare il nome del modello. D'altronde la Cagiva stava già puntando tutto sulla nuova motocicletta stradale che avrebbe soppiantato l'SST, ossia l'Aletta Electra. L'SST aveva ormai fatto la sua parte e la sua produzione fu abbandonata dopo quasi 10 anni di successi.
MOTORE SX
Il motore dell'SST deriva da un motore di tipo SX del 1971 che equipaggiava i precedenti modelli Aermacchi HD fra i quali Z90, X90, SX125, SS125. Nel corso degli anni ha subito modifiche per adattarlo sui vari modelli come l'aggiunta di ulteriore attacco al telaio per il 125. Il motore reca una matricola identificativa che si trova stampata in prossimità dell'aggancio posteriore. Sul carter sinistro è stampata la scritta CAGIVA SX, mentre sul carter destro vi è stampata la matricola vera e propria.
Essa ha il seguente formato:
Y yyxxxxx
dove Y è una lettera fissa che sta per "year", yy indica le ultime due cifre dell'anno di costruzione e xxxxx è il numero di unità prodotte in quell'anno. Ad esempio Y 8302603 indica il motore n. 02603 prodotto nell'anno 1983.
(fonte: http://sst125.altervista.org/history.html)