venerdì 25 novembre 2011

A R N A L D O P O M O D O R O


Arte come Mestiere - il Maestro Arnaldo Pomodoro dialoga con Aldo Colonetti a Cantù
Venerdì 25 Novembre 2011 alle ore 17.30
presso la Basilica di Sant’Ambrogio in Piazza Guglielmo Marconi a Cantù (CO)

17.30 Saluto ai partecipanti di Tiziana Sala, Sindaco di Cantù
interventi: Fabio Caliandro, Dirigente Promos (Promos a supporto del sistema imprenditoriale)
17.50 Il Progetto “CLAB, La Brianza del Fare” Fulvio Alvisi, Presidente Comitato CLAB, Gianni Barzaghi, Camera di Commercio di Monza Brianza, Aldo Colonetti, coordinatore scientifico
18.00 Arte come Mestiere Maestro Arnaldo Pomodoro, scultore, Dialmo Ferrari e Massimo Sassi, Studio Arnaldo Pomodoro
19.15 Conclusioni - Seguirà aperitivo


Questo è il primo di una serie di incontri inseriti nell’ambito del progetto “CLAB, La Brianza del fare” per valorizzare il Distretto Brianza e le sue specifiche competenze, attraverso un modello che tiene conto sia delle identità locali sia dei nuovi scenari economici e sociali attraverso iniziative capaci di creare cultura, impresa e relazione e focalizzandosi sul ruolo del “mestiere” e del “saper fare” in un mondo che negli ultimi anni è radicalmente cambiato.
Il progetto vuole mettere al centro l’impresa e il territorio, sostenendo entrambe e rilanciando quell’indissolubile legame fra uomo e azienda, fra mestiere e impresa, tipico dell’operosità lombarda. Sarà un progetto aperto agli stimoli delle imprese e del territorio, alle sollecitazioni ed alle trasformazioni del mercato.



Unespected Design


lunedì 14 novembre 2011

nella nebbia


E guardai nella valle: era sparito
tutto! sommerso! Era un gran mare piano,
grigio, senz'onde, senza lidi, unito.
E c'era appena, qua e là, lo strano
vocìo di gridi piccoli e selvaggi:
uccelli spersi per quel mondo vano.
E alto, in cielo, scheletri di faggi,
come sospesi, e sogni di rovine
e di silenzïosi eremitaggi.
Ed un cane uggiolava senza fine,
né seppi donde, forse a certe péste
che sentii, né lontane né vicine;
eco di péste né tarde né preste,
alterne, eterne. E io laggiù guardai:
nulla ancora e nessuno, occhi, vedeste.
Chiesero i sogni di rovine: - Mai
non giungerà? - Gli scheletri di piante
chiesero: - E tu chi sei, che sempre vai? -
Io, forse, un'ombra vidi, un'ombra errante
con sopra il capo un largo fascio. Vidi,
e più non vidi, nello stesso istante.
Sentii soltanto gl'inquïeti gridi
d'uccelli spersi, l'uggiolar del cane,
e, per il mar senz'onde e senza lidi,
le péste né vicine né lontane.
G.Pascoli